pazienti trattati sono stati osservati effetti collaterali a livello respiratorio, cardiovascolare, delle mucose, genitourinario, cutaneo e muscoloscheletrico.
Sebbene in meno dell'1% dei pazienti trattati si sia verificata morte dovuta a motivi cardiovascolari (scompenso cardiaco, embolia, danno cerebrovascolare) non è stato stabilito se questa fosse direttamente correlata alla chemioterapia piuttosto che alle condizioni generali del paziente.
Dopo la commercializzazione, sono state segnalate ipertensione e sensazione di malessere, così come reazioni nel sito di iniezione, inclusi rossore, gonfiore e dolore. È stata inoltre riportata necrosi associata a stravaso.
Raramente è stata osservata sindrome emolitico-uremica.
Gravidanza e allattamento
PARAPLATIN può causare danno fetale se somministrato a donne in gravidanza.
Il carboplatino ha mostrato potere embriotossico e teratogeno in ratti esposti al farmaco durante l’organogenesi.
Non sono stati condotti studi controllati in donne in gravidanza. Dato che PARAPLATIN può causare danno al feto la paziente deve essere avvisata di questa possibilità. Alle donne in età fertile deve essere sconsigliato di intraprendere una gravidanza.
Non è stato accertato se PARAPLATIN viene escreto con il latte materno. Dato che molti farmaci sono escreti con il latte materno e considerando la capacità potenziale di PARAPLATIN di indurre gravi effetti collaterali nei bambini in allattamento, si dovrà valutare l'opportunità di interrompere l'allattamento o la terapia, considerando l'importanza di quest'ultima per la madre.
Conservazione
Poiché nessun antibatterico è contenuto nell'attuale formulazione non si consiglia di usare PARAPLATIN dopo otto ore dalla ulteriore diluizione. |