PARAPLATIN
BRISTOL-MYERSSQUIBB SpA
PRINCIPIO ATTIVO:
Carboplatino.
ECCIPIENTI:
Acqua per preparazioni iniettabili.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA:
Antineoplastico.
INDICAZIONI:
Trattamento del carcinoma epiteliale dell`ovaio in fase avanzata in: prima istanza,seconda istanza, dopo il fallimento di altri chemioterapici. E` inoltre indicato nel trattamento del
carcinoma del polmone a piccole cellule e del carcinoma epidermoide della testa e del collo.
CONTROINDICAZIONI:
Controindicato nei pazienti con grave insufficienza renale e non dovrebbeessere somministrato a pazienti con elevato grado di mielosoppressione. E` inoltre controindicato nei pazienti che abbiano manifestato gravi reazioni allergiche al Paraplatin, ad altri farmacicontenenti platino o al mannitolo. E` controindicato infine in pazienti con tumori sanguinanti.
EFFETTI INDESIDERATI:
L`incidenza degli effetti collaterali, di seguito riportata, e` basata su dati cumu-lativi relativi a 1893 pazienti con diverse caratteristiche prognostiche pretrattamento e ai dati successivi alla commercializzazione. TOSSICITA` EMATOLOGIA. La mielosoppressione rappresentala tossicita` dose-limitante del Paraplatin. In pazienti con valori ematologici rientranti nella norma, la somministrazione di Paraplatin ha determinato trombocitopenia nel 25% dei pazienti convalori di piastrine inferiori a 50.000/mm
3, neutropenia nel 18% dei pazienti con valori di granulociti inferiori a 1.000/mm3 e leucopenia nel 14% dei pazienti con valori dei leucociti inferiori a2.000/mm
3. Il nadir si e` generalmente verificato al 21-o giorno (mediana), al 15o nei pazienti trattati con Paraplatin in associazione (mediana). Dal 28-o giorno dall`inizio del trattamento si ha unrecupero dei valori delle piastrine intorno a 100.000/mm
3 nel 90% dei pazienti, dei valori dei
neutrofili intorno a 2.000/mm3 nel 74% dei pazienti e dei leucociti intorno a 4.000/mm3 nel 67%dei pazienti. Nell`esperienza successiva alla commercializzazione e` stata osservata neutropenia
febbrile. Nei pazienti con funzionalita` renale alterata, precario stato fisico generale, con eta` su-periore ai 65 anni e gia` pretrattati con chemioterapia intensiva o con cisplatino, la mielosoppressione puo` essere piu` grave e puo` protrarsi per un periodo superiore. La mielosoppressione puo` inoltre essere aggravata dall`associazione di Paraplatin con altri farmaci mielotossici. Som-ministrando Paraplatin in monochemioterapia ed ai dosaggi e con le modalita` consigliate, la
mielosoppressione e` generalmente reversibile e non cumulativa. Complicazioni di tipo infettivoed emorragico sono state riportate rispettivamente nel 4% e 65% dei pazienti trattati con Paraplatin con esito fatale in meno dell`1% dei casi. E` stata osservata anemia, con valori dell`emo-globina inferiori a 11g/dL, nel 71% dei pazienti con valori ematologici di base nella norma. L`incidenza di anemia aumenta con l`aumentare dell`esposizione al Paraplatin. N EFROTOSSICITA`.Nei pazienti trattati con Paraplatin la tossicita` renale, generalmente, non e` dose-limitante, ne` necessita di accorgimenti preventivi come idratazione o diuresi forzata. Un aumento dell`azote-mia o dei livelli sierici della creatinina possono comunque verificarsi dal 6 al 15% circa dei pazienti e un aumento dell`acido urico nel 5% di essi. Nel 27% dei pazienti con clearance dellacreatinina sopra 60 ml/min si puo` osservarne una diminuzione a v |